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L’Ordine dei Frati Minori Conventuali è uno dei tre ordini mendicanti maschili di diritto pontificio, che oggi costituiscono la famiglia francescana.

I religiosi di quest’ordine sono chiamati anche Minoriti (Minoriten nei paesi di lingua tedesca), Frati Grigi (Grey Friars nei paesi anglofoni) o Cordiglieri (Cordelier in francese).

Fin dalla sua fondazione l’Ordine, per volontà del Padre San Francesco, è una vera fraternità; i suoi membri, costituendo come fratelli un’unica famiglia, partecipano alla vita e alle opere della comunità secondo la condizione di ognuno. Tutti hanno uguali diritti e doveri. San Francesco volle che i suoi frati si chiamassero Frati Minori, perché “dal loro stesso nome” apprendessero “che erano venuti alla scuola di Cristo umile, per imparare l’umiltà”. Sono riuniti in una fraternità allo scopo di favorire una maggiore devozione, una vita più ordinata, un ufficio divino più solenne, una migliore formazione dei candidati, lo studio della teologia e le altre opere di apostolato al servizio della Chiesa, e così estendere il regno di Cristo in tutta la terra sotto la guida dell’Immacolata. (cfr. Costituzioni dell’Ordine Tit. I, 1-4)

San Francesco d’Assisi con i suoi primi compagni si presenta a Papa Innocenzo III nel 1209, ottenendo un’approvazione orale della loro forma di vita evangelica. In forza di questo assenso (che permetteva ai penitenti di Assisi anche di predicare la penitenza), la fraternità si espande notevolmente fino a diventare la Religio dei Frati Minori di cui parla Francesco nelle ultime stesure della Regola. Solo più tardi, in seguito al Concilio Lateranense IV, papa Onorio III approva, con la bolla Solet annuere (29 novembre 1223), la Regola definitiva, in seguito detta bollata.

Nel 1274, alla morte del Ministro Generale san Bonaventura, nell’Ordine si andò sempre più approfondendo l’allontanamento fra la posizione dei “frati della comunità” (detti anche Conventuales, che privilegiano le presenze delle comunità nelle città per la predicazione del vangelo e il servizio ai poveri) e quella degli “zelanti” o “spirituali”, dapprima, e più tardi degli Observantes (che professavano ideali di povertà assoluta e sottolineavano la dimensione eremitica e ascetica del francescanesimo).

All’inizio del XVI secolo, Papa Leone X, constatata l’impossibilità di far convivere sotto una stessa regola ed un medesimo governo gli Osservanti ed i Conventuali, con la bolla Ite vos (29 maggio 1517), fuse tutti i gruppi riformati nell’Ordine dei Frati Minori della Regolare Osservanza: gli altri andarono a costituire l’Ordine dei Frati Minori Conventuali, sotto la guida di un Maestro Generale. La separazione tra i due gruppi fu confermata anche da papa Leone XIII, che con la bolla Felicitate quadam (4 ottobre 1897) riorganizzò gli ordini francescani e decise di riunirli in tre ordini, ognuno dei quali ha il proprio Ministro Generale: Ordine dei Frati Minori; Ordine dei Frati Minori Conventuali; Ordine dei Frati Minori Cappuccini.

Oggi i Frati Minori Conventuali vestono un abito nero – nei paesi in cui hanno subito le soppressioni del XIX secolo – con cappuccio e mozzetta-scapolare; mentre nelle terre di missione stanno cominciando a recuperare l’antico colore dell’abito francescano: grigio cinerino.

Continuano a custodire, tra l’altro, la Basilica di San Francesco ed il Sacro Convento di Assisi ed il loro principale centro di studi è la Facoltà Teologica di San Bonaventura, a Roma; tra i centri di formazione e di cultura ci sono anche, tra gli altri, l’Istituto Teologico Sant’Antonio Dottore di Padova.

La Curia Generalizia dell’Ordine ha sede a Roma, presso il Convento dei Santi XII Apostoli.

Al 1° gennaio 2011, l’Ordine contava 4.197 religiosi (dei quali 17 vescovi, 2.907 sacerdoti e 13 diaconi permanenti), e 664 case raggruppate in 35 province e 19 custodie: erano presenti in 66 nazioni (7 africane, 17 americane, 10 asiatiche, 31 europee ed in Australia).

La famiglia dei Frati Minori Conventuali si considera in continuità storica e spirituale l’originario Ordo Minorum fondato da san Francesco: si ispira quindi e si sente particolarmente legata a tutte le figure di santità che l’Ordine, ancora indiviso, ha potuto esprimere. Tra essi evidentemente giganteggia il fondatore, il Santo di Assisi.

Accanto a lui non si possono dimenticare quanti hanno avviato e dato slancio al Secondo e al Terzo Ordine: santa Chiara per le Clarisse e i santi Elisabetta d’Ungheria e Luigi IX di Francia per i laici, quello che oggi è chiamato Ordine Francescano Secolare (O.F.S.).

Tra i santi più significativi delle origini del francescanesimo e particolarmente legati alla tradizione conventuale non si può non menzionare: sant’Antonio di Padova, i protomartiri dell’Ordine Berardo e compagni, san Bonaventura da Bagnoregio, i beati Egidio d’Assisi, Tommaso da Celano, Luca Belludi da Padova, Giovanni Duns Scoto, Andrea Conti da Anagni, Odorico da Pordenone, Giacomo da Strepa, Angelo da Monteleone d’Orvieto. A seguito della divisione del 1517, non sono mancati santi, riconosciuti e venerati dalla Chiesa, anche come testimoni silenziosi e anonimi.

La Chiesa ha canonizzato nel XVIII secolo san Giuseppe da Copertino. In tempi più recenti Papa Giovanni Paolo II ha elevato agli onori degli altari san Massimiliano Kolbe e san Francesco Antonio Fasani.

Tra i beati ricordiamo: Bonvantura da Potenza, Raffaele Chylinski, Antonio Lucci, i martiri della Rivoluzione francese Jean-François Burté, Jean-Baptiste Triquerie, Nicola Savouret e Louis A. J. Adam, sette martiri polacchi e cinque martiri della Rivoluzione spagnola.

Con la professione dei 3 consigli evangelici di povertà, castità e obbedienza i frati:

  • si consacrano a Dio in modo speciale, direttamente e totalmente;
  • si conformano maggiormente al genere di vita che Cristo Signore scelse per sé, e si uniscono in modo speciale alla Chiesa e alla sua missione salvifica;
  • accrescono il fervore della carità, progrediscono nella loro vita quali pellegrini e penitenti, rinunciano spontaneamente a beni di per sé molto apprezzabili, esprimendo in tal modo più pienamente la consacrazione battesimale.

La Regola o forma di vita dei Frati Minori, confermata da Onorio III e interpretata da altri Sommi Pontefici, è la legge fondamentale di tutto l’Ordine, alla quale i frati si ispirano e si conformano.

L’Ordine si divide in province, alle quali vengono affiliati i frati; le province sono formate da conventi o comunità, nelle quali i frati vengono collocati di famiglia. Ordinariamente le province insistono su un determinato territorio.

[dalle Costituzioni dell’Ordine]

San Francesco d’Assisi è vissuto 44 anni, dall’inverno 1181/82 fino al crepuscolo del sabato 3 ottobre 1226.

  • 1181 Nascita di San Francesco

    Nasce ad Assisi ed e Battezzato Giovanni di Pietro di Bernardone, ma il padre vuole che sia chiamato Francesco.
  • 1193 (opp. 1194) Nascita di santa Chiara

  • 8 Gennaio 1198 Papa Innocenzo III

    Lotario dei conti di Segni viene eletto papa e assume il nome di Innocenzo III.
  • Primavera 1198

    Gli abitanti di Assisi assaltano la rocca, simbolo della potenza imperiale, e la distruggono.
  • 1199-1200

    Scoppia la guerra civile fra popolo-borghesia e nobili. Le famiglie di santa Chiara e di frate Leonardo si rifugiano a Perugia. Forse il giovane Francesco fa le prime prove della sua audacia fra le truppe del Comune.
  • Novembre 1202

    Guerra tra Perugia (ove è riparata buona parte dei nobili assisani) e Assisi. L'esercito di Assisi e sconfitto nella battaglia di Collestrada.
  • 1202-1203

    Francesco è tra i prigionieri e rimane a Perugia, in carcere per un anno. Viene liberato perchè malato.
  • 1204

    Lunga malattia
  • Fine o Primavera 1205 Inizio conversione di Francesco

    Francesco decide di recarsi in Puglia per combattere con Gualtiero di Brienne. Ma a Spoleto ha una visione misteriosa che capovolge i suoi progetti, invitandolo a tornare ad Assisi. Comincia il graduale processo di conversione.
  • Giugno 1205

    Gualtiero di Brienne muore. Francesco partecipa all'ultima Festa con gli amici.
  • (in data imprecisabile) 1205

    Incontrando un lebbroso, scende da cavallo, e con l'elemosina gli dona un bacio di pace.
  • Autunno o Fine 1205

    Messaggio del Crocifisso di San Damiano. Conflitto con il padre.
  • Gennaio o Febbraio 1206

    Convocato in giudizio davanti al vescovo di Assisi, rinuncia all'eredità paterna e persino ai vestiti che indossa.
  • Primavera 1206

    Sguattero in un monastero; poi a Gubbio, avuto un abito da un amico, si prodiga nell'assistenza dei malati in un lebbrosario.
  • Estate 1206

    Torna ad Assisi, indossa un abito da eremita e comincia a riparare la chiesetta di San Damiano, mendicando le pietre per la città e profetando la venuta delle Povere Dame. Ripara san Damiano, poi San Pietro e la Porziuncola.
  • 24 Febbraio 1208

    Festa di san Mattia. Ascoltando il Vangelo del giorno, rimane colpito dalle parole che Cristo rivolse agli apostoli inviandoli nel mando. Decide di smettere la veste di eremita; indossa una rude tonaca, si cinge con una fune e a piedi nudi incomincia ad annunciare la penitenza.
  • 16 Aprile 1208

    Bernardo di Quintavalle e Pietro Cattani chiedono di condividere la sua vita e si associano a lui.
  • 23 Aprile 1208

    Alla Porziuncola, dove si sana rifugiati, viene accolto nel gruppo anche frate Egidio.
  • Primavera 1208

    Prima missione: Egidio e Francesco si recano nella Marca di Ancona; gli altri due in direzione opposta.
  • Estate 1208

    Al gruppetto si aggiungono altri tre frati, tra i quali Filippo Longo.
  • Autunno 1208

    Seconda missione. Raggiungono Poggio Bustone, nella valle di Rieti. Francesco, dopo essere statu assicurato della remissione dei suoi peccati e del futuro sviluppo dell'Ordine. Conforta e incoraggia i compagni (se ne e aggiunto un altro) e li invia a due a due nelle quattro direzioni del mondo. Terza missione. Bernardo cd Egidio vanno a Firenze.
  • Inizio 1209

    Gli otto ritornano alla Porziuncola, ove sono raggiunti da altri quattro fratelli.
  • Primavera 1209 Approvazione Regola

    Francesco decide di sottoporre all'approvazione della Chiesa la sua nuova forma di vita. Scrive una breve Regola e si presenta al papa Innocenzo III, che l'approva e li incarica della predicazione penitenziale. Sulla via del ritorno, sostano un poco nei pressi di Orte, poi si stabiliscono in un tugurio a Rivotorto.
  • Settembre 1209

    L'imperatore Ottone IV passa nelle vicinanze.
  • 1209-1210

    Costretti a lasciare quel tugurio, si stabiliscono alla Porziuncola, domandandone l'uso all'abate di San Benedetto del Subasio. Così la Porziuncola, o chiesa di Santa Maria degli Angeli, diverrà la chiesa madre dell'Ordine. Possibile inizio del Terz'Ordine.
  • Estate 1211

    Francesco si imbarca con l'intenzione di raggiungere la Siria, ma venti contrari spingono la nave sulle coste della Dalmazia. Di nascosto s'imbarca su una nave diretta ad Ancona.
  • 18-19 marzo 1212 (oppure 28 marzo 1211)

    Nella notte della domenica delle Palme, Francesco accoglie, a Santa Maria degli Angeli, Chiara e la riveste dell'abito religioso. Dopo averla collocata per qualche settimana nel monastero di San Paolo di Bastia e in quello di Sant'Angelo di Panza presso Assisi, Francesco ne fissa la dimora a San Damiano.
  • (in data imprecisabile) 1212

    Probabile viaggio a Roma per informare Innocenzo III sugli sviluppi dell'Ordine. Incontro con Giacomina dei Settesoli.
  • 8 Maggio 1213

    A San Leo, nel Montefeltro, il conte Orlando di Chiusi offre a Francesco il monte della Verna.
  • 1213-1214 (o 1214-1215)

    rancesco parte per la Spagna, deciso a raggiungere il Marocco per predicare agli infedeli; ma una malattia lo costringe a far ritorno alla Porziuncola, ove accoglie nell'Ordine un folto gruppo di uomini nobili e letterati, fra cui Tommaso da Celano.
  • Novembre 1215

    Francesco si reca a Roma e assiste al IV Concilio Lateranense. Probabile incontro con san Domenico.
  • 16 Luglio 1216

    Papa Innocenzo III muore a Perugia; due giorni dopo viene eletto a succedergli il cardinal Cencio Savelli col nome di Onorio III. Testimone di questi giorni è Giacomo da Vitry, che vi conosce forse Francesco, certamente il suo Ordine, e ne dà notizia agli amici di Lotaringia con lettera dell'ottobre dello stesso anno.
  • 5 Maggio 1217 Capitolo Generale

    Capitolo generale alla Porziuncola. Viene decisa la prima missione oltr'Alpe e oltremare. Egidio si reca a Tunisi, Elia in Siria. Francesco si incammina per la Francia. A Firenze, il card. Ugolino, legato papale in Toscana e Lombardia, lo persuade a rimanere in Italia.
  • 11 Giugno 1218

    Onorio III pubblica la bolla "Cum dilecti" per assicurare i vescovi circa la piena cattolicità dei frati minori.
  • 26 Maggio 1219

    Capitolo di Pentecoste. Si decidono nuove spedizioni per la Germania, la Francia, Ungheria, la Spagna-Marocco.
  • 24 Giugno 1219

    Francesco si imbarca ad Ancona per raggiungere Acri e poi Damiata, dove l'esercito crociato è schierato contro quello musulmano.
  • Autunno 1219

    Francesco è tra i crociati, predice una disfatta che la realtà conferma. Ottiene dal legato pontificio di potersi recare, a suo rischio e responsabilità, dal sultano Melek-el-Kamel. Accolto con raffinata ospitalità dal sultano, vi predica la buona novella. Ma non vedendo frutti di conversione, si fa riaccompagnare al campo crociato.
  • 5 Novembre 1219

    Damiata è conquistata dai crociati. Francesco, anche disgustato per gli eccessi compiuti e la condotta delle truppe, torna nella Siria.
  • Gennaio 1220 Protomartiri francescani

    Cinque frati, inviati in Marocco, vengono uccisi dai musulmani: sono i Protomartiri francescani.
  • Inizio 1220

    Francesco e ad Acri. Possibile visita ai Luoghi Santi.
  • Primavera o Estate 1220

    Francesco ritorna in Italia, allarmato per la situazione dell'Ordine, assieme a Pietro Cattani, Elia e Cesario da Spira, e sbarca a Venezia. Si reca dal Papa e ottiene il cardinal Ugolino come "protettore dell'Ordine".
  • Febbraio o Marzo 1220

    Giacomo da Vitry, in lettera da Damiata, dà notizia di Francesco e della sua missione presso il sultano. Francesco rinuncia al governo dell'Ordine e nomina vicario Pietro Cattani.
  • 22 Settembre 1220

    Onorio III con la bolla "Cum secundum" impone il noviziato.
  • 1220-1221

    Nella sua "Storia Occidentale", Giacomo da Vitry si occupa più a lungo del nuovo Ordine dei frati minori.
  • 10 Marzo 1221

    Muore Pietro Cattani
  • 30 Maggio 1221 Capitolo delle Stuoie

    Capitolo generale, detto delle Stuoie. Nomina di frate Elia come vicario. Viene approvato il testo della Regola (non bollata). Si decide una nuova spedizione in Germania, guidata da Cesario da Spira. Ne fanno parte Tommaso da Celano, il futuro biografo, e Giordano da Giano che ne scriverà la cronaca.
  • (in data imprecisabile) 1221

    Papa Onorio III approva il "Memoriale propositi", che è considerato come la prima Regola dell'Ordine dei Penitenti di san Francesco (detto più tardi Terz'Ordine francescano), come lo era per tutto l'Ordine dei Penitenti.
  • 1221-1222

    Francesco compie un giro di predicazione nell'Italia centro-meridionale.
  • 15 Agosto 1222

    Francesco predica a Bologna.
  • Inizio 1223

    Francesco si ritira a Fonte Colombo con frate Leone e Frate Bonizzo per redigere la nuova Regola, più breve, che viene discussa al Capitolo generale dell'11 giugno e poi sottoposta al Papa per l'approvazione.
  • 29 Novembre 1223

    Papa Onorio III approva la Regola con la bolla «Solet annuere».
  • 24-25 Dicrmbre 1223 Presepio

    Notte di Natale a Greccio. Il presepio.
  • 2 Giugno 1224

    Nel Capitolo generale viene decisa la spedizione in Inghilterra.
  • Fine Giugno o Luglio o primi di Agosto 1224

    A Foligno, Frate Elia conosce per visione che Francesco ha solo due anni di vita.
  • 15 Agosto - 29 Settembre 1224 Stimmate

    Durante la quaresima di san Michele che pratica alla Verna, probabilmente il 14 o il 15 settembre, Francesco ha la visione del Serafino crocifisso e riceve le stimmate della Passione.
  • 10 Settembre 1224

    I frati minori, 4 chierici e 5 laici, approdano a Dover, in Inghilterra.
  • Ottobre 1224

    Francesco ritorna alla Porziuncola, passando per Borgo San Sepolcro, Monte Casale, Città di Castello.
  • Da Dicembre 1224 a Febbraio 1225

    Cavalcando un asino, Francesco fa un giro di predicazione in Umbria e nelle Marche.
  • Marzo 1225

    Visita santa Chiara a San Damiano. Peggiorando la sua malattia d'occhi, deve restare a San Damiano per qualche tempo. Dietro insistenze di frate Elia, si sottopone a visita e cura medica, ma senza frutto.
  • Aprile - Maggio 1225 Cantico delle Creature

    Ancora a San Damiano, si sottopone ad un trattamento medico, senza alcun risultato. Una notte riceve la promessa divina della vita eterna; il mattino dopo detta il Cantico delle creature.
  • Giugno 1225

    Aggiunge al Cantico la strofa del "perdono e ottiene la riconciliazione tra vescovo e podestà di Assisi". In seguito la lettera del cardinal Ugolino, si reca nella valle Reatina.
  • Primi di Giugno 1225 - 6 febbraio 1226

    Accolto a Rieti dal cardinal Ugolino e dalla corte pontificia, raggiunge prima Fonte Colombo per seguire una terapia per gli occhi. Nel luglio-agosto il medico cauterizza le tempie del Santo. Raggiunge poi San Fabiano per essere visitato da altri medici. Tentano di curarlo attraverso l'orecchio; ma tutto risulta inutile. La vigna del sacerdote, saccheggiata dai visitatori, per le preghiere di Francesco produce un raccolto più abbondante.
  • Aprile 1226 Piccolo Testamento di Siena

    È a Siena per ulteriori trattamenti medici. Detta un breve Testamento: Piccolo Testamento di Siena. Dimora poi nell'eremo di Celie di Cortona, dove probabilmente detta il Testamento.
  • Luglio - Agosto 1226

    Nel periodo più caldo dimora a Bagnara, nelle montagne vicino a Nocera.
  • Fine Agosto 1226

    Poiché le sue condizioni si aggravano, viene portato nel palazzo del vescovo di Assisi. II vescovo Ugo parte per un pellegrinaggio al Monte Gargano.
  • Settembre 1226

    Sentendo che la fine e vicina, Francesco si fa portare alla Porziuncola. Lungo il viaggio sosta per benedire la città.
  • 3 Ottobre 1226 Morte di San Francesco

    Dopo aver benedetto i figli, muore sulla nuda terra, la sera del 3 ottobre, di sabato. Se ne sparge la voce e molti accorrono per vedere le stimmate.
  • 4 Ottobre 1226

    La salma, il giorno successivo, domenica, viene trasportata trionfalmente dalla Porziuncola in Assisi, sostando a San Damiano, e viene tumulata nella chiesa di San Giorgio. Frate Elia ne dà notizia a tutto l'Ordine, mediante lettera ai ministri provinciali.
  • 1227

    Il cardinal Ugolino viene eletto Papa, col nome di Gregorio IX, in luogo di Onorio III, morto il giorno precedente.
  • 30 Maggio 1227

    Nel Capitolo, celebrato in Assisi, viene eletto ministro generale frate Giovanni Parenti.
  • 29 Aprile 1228

    Con la bolla "Recolentes", Gregorio IX domanda alla cristianità aiuti per la costruzione di una basilica in onore di Francesco.
  • 16 Luglio 1228 Canonizzazione di San Francesco

    Gregorio IX e ad Assisi per celebrare solennemente la canonizzazione di san Francesco. Tre giorni dopo (19 luglio) rende pubblica la bolla "Mira circa nos" riguardante l'iscrizione di Francesco nell'Albo dei santi e la celebrazione della festa di lui in tutta la Chiesa nel giorno 4 di ottobre.
1Nel Nome del Signore incomincia la vita dei frati minori
La Regola e vita dei frati minori è questa, cioè osservare il santo Vangelo del Signore nostro Gesù Cristo, vivendo in obbedienza, senza nulla di proprio e in castità.

Frate Francesco promette obbedienza e reverenza al signor papa Onorio e ai suoi successori canonicamente eletti e alla Chiesa romana. E gli altri frati siano tenuti a obbedire a frate Francesco e ai suoi successori.

2Di coloro che vogliono intraprendere questa vita e come devono essere ricevuti
Se alcuni vorranno intraprendere questa vita e verranno dai nostri frati, questi li mandino dai loro ministri provinciali, ai quali soltanto e non ad altri sia concesso di ammettere i frati. I ministri, poi, diligentemente li esaminino intorno alla fede cattolica e ai sacramenti della Chiesa. E se credono tutte queste cose e le vogliono fedelmente professare e osservare fermamente fino alla fine; e non hanno mogli o, qualora le abbiano, esse siano già entrate in monastero o abbiano dato loro il permesso con l’autorizzazione del vescovo diocesano, dopo aver fatto voto di castità; e le mogli siano di tale età che non possa nascere su di loro alcun sospetto; dicano ad essi la parola del santo Vangelo, che “vadano e vendano tutto quello che posseggono e procurino di darlo ai poveri”. Se non potranno farlo, basta ad essi la buona volontà.

E badino i frati e i loro ministri di non essere solleciti delle loro cose temporali, affinché dispongano delle loro cose liberamente, secondo l’ispirazione del Signore. Se tuttavia fosse loro chiesto un consiglio i ministri abbiano la facoltà di mandarli da persone timorate di Dio, perché con il loro consiglio i beni vengano elargiti ai poveri.

Poi concedano loro i panni della prova cioè due tonache senza cappuccio e il cingolo e i pantaloni e il capperone fino al cingolo a meno che qual che volta ai ministri non sembri diversamente secondo Dio.

Terminato, poi, l’anno della prova, siano ricevuti all’obbedienza, promettendo di osservare sempre questa vita e Regola. E in nessun modo sarà loro lecito di uscire da questa Religione, secondo il decreto del signor Papa; poiché, come dice il Vangelo, “nessuno che mette la mano all’aratro e poi si volge indietro è adatto per il regno di Dio”.

E coloro che hanno già promesso obbedienza, abbiano una tonaca con il cappuccio e un’altra senza, coloro che la vorranno avere. E coloro che sono costretti da necessità possano portare calzature. E tutti i frati si vestano di abiti vili e possano rattopparli con sacco e altre pezze con la benedizione di Dio. Li ammonisco, però, e li esorto a non disprezzare e a non giudicare gli uomini che vedono vestiti di abiti molli e colorati ed usare cibi e bevande delicate, ma piuttosto ciascuno giudichi e disprezzi se stesso.

3Del Divino Ufficio e del digiuno, e come i frati debbano andare per il mondo

I chierici recitino il divino ufficio, secondo il rito della santa Chiesa romana, eccetto il salterio, e perciò potranno avere i breviari.

I laici, invece, dicano ventiquattro Pater Noster per il mattutino, cinque per le lodi; per prima, terza, sesta, nona, per ciascuna di queste ore, sette; per il Vespro dodici; per compieta sette; e preghino per i defunti.

E digiunino dalla festa di Tutti i Santi fino alla Natività del Signore. La santa Quaresima, invece, che incomincia dall’Epifania e dura ininterrottamente per quaranta giorni, quella che il Signore consacrò con il suo santo digiuno, coloro che volontariamente la digiunano siano benedetti dal Signore, e coloro che non vogliono non vi siano obbligati. Ma l’altra, fino alla Resurrezione del Signore, la digiunino. Negli altri tempi non siano tenuti a digiunare, se non il venerdì. Ma in caso di manifesta necessità i frati non siano tenuti al digiuno corporale.

Consiglio invece, ammonisco ed esorto i miei frati nel Signore Gesù Cristo che, quando vanno per il mondo, non litighino ed evitino le dispute di parole, e non giudichino gli altri; ma siano miti, pacifici e modesti, mansueti e umili, parlando onestamente con tutti, così come conviene. E non debbano cavalca re se non siano costretti da evidente necessità o infermità.

In qualunque casa entreranno dicano, prima di tutto: Pace a questa casa; e, secondo il santo Vangelo, è loro lecito mangiare di tutti i cibi che saranno loro presentati.

4Che i frati non ricevano denari
Comando fermamente a tutti i frati che in nessun modo ricevano denari o pecunia, direttamente o per interposta persona. Tuttavia, i ministri e i custodi, ed essi soltanto, per mezzo di amici spirituali, si prendano sollecita cura per le necessità dei malati e per vestire gli altri frati, secondo i luoghi e i tempi e i paesi freddi, così come sembrerà convenire alla necessità, salvo sempre, come è stato detto, che non ricevano denari o pecunia.
5Del modo di lavorare
Quei frati ai quali il Signore ha concesso la grazia di lavorare, lavorino con fedeltà e con devozione così che, allontanato l’ozio, nemico dell’anima, non spengano lo spirito della santa orazione e devozione, al quale devono servire tutte le altre cose tempora li. Come ricompensa del lavoro ricevano le cose necessarie al corpo, per sé e per i loro fratelli, eccetto denari o pecunia, e questo umilmente, come conviene a servi di Dio e a seguaci della santissima povertà.
6Che i frati di niente si approprino, e del chiedere l'elemosina e dei frati infermi
I frati non si approprino di nulla, né casa, né luogo, né alcuna altra cosa. E come pellegrini e forestieri in questo mondo, servendo al Signore in povertà ed umiltà, vadano per l’elemosina con fiducia. Né devono vergognarsi, perché il Signore si è fatto povero per noi in questo mondo. Questa è la sublimità dell’altissima povertà quella che ha costituito voi, fratelli miei carissimi, eredi e re del regno dei cieli, vi ha fatto poveri di cose e ricchi di virtù. Questa sia la vostra parte di eredità, che vi conduce fino alla terra dei viventi. E, aderendo totalmente a questa povertà, fratelli carissimi, non vogliate aver altro sotto il cielo, per sempre, nel nome del Signore nostro Gesù Cristo.

E ovunque sono e si incontreranno i frati, si mostrino familiari tra loro. E ciascuno manifesti con fiducia all’altro le sue necessità, poiché se la madre nutre e ama il suo figlio carnale, quanto più premurosamente uno deve amare e nutrire il suo fratello spirituale?

E se uno di essi cadrà malato, gli altri frati lo devono servire come vorrebbero essere serviti essi stessi.

7Della penitenza da imporre ai frati che peccano
Se dei frati, per istigazione del nemico, avranno mortalmente peccato, per quei peccati per i quali sarà stato ordinato tra i frati di ricorrere ai soli ministri provinciali, i predetti frati siano tenuti a ricorrere ad essi, quanto prima potranno senza indugio.

I ministri, poi, se sono sacerdoti, impongano con misericordia ad essi la penitenza; se invece non sono sacerdoti, la facciano imporre da altri sacerdoti dell’Ordine, così come sembrerà ad essi più opportuno, secondo Dio. E devono guardarsi dall’adirarsi e turbarsi per il peccato di qualcuno, perché l’ira ed il turbamento impediscono la carità in sé e negli altri.

8Della elezione del Ministro Generale di questa Fraternità e del Capitolo di Pentecoste
Tutti i frati siano tenuti ad avere sempre uno dei frati di quest’Ordine come ministro generale e servo di tutta la fraternità e a lui devono fermamente obbedire. Alla sua morte, l’elezione del successore sia fatta dai ministri provinciali e dai custodi nel Capitolo di Pentecoste, al quale i ministri provinciali siano tenuti sempre ad intervenire, dovunque sarà stabilito dal ministro generale; e questo, una volta ogni tre anni o entro un termine maggiore o minore, così come dal predetto ministro sarà ordinato.

E se talora ai ministri provinciali ed ai custodi all’unanimità sembrasse che detto ministro non fosse idoneo al servizio e alla comune utilità dei frati, i predetti frati ai quali è commessa l’elezione, siano tenuti, nel nome del Signore, ad eleggersi un altro come loro custode. Dopo il Capitolo di Pentecoste, i singoli ministri e custodi possano, se vogliono e lo credono opportuno, convocare, nello stesso anno, nei loro territori, una volta i loro frati a capitolo.

9Dei predicatori

I frati non predichino nella diocesi di alcun vescovo qualora dallo stesso vescovo sia stato loro proibito. E nessun frate osi affatto predicare al popolo, se prima non sia stato esaminato ed approvato dal ministro generale di questa fraternità e non abbia ricevuto dal medesimo l’ufficio della predicazione.

Ammonisco anche ed esorto gli stessi frati che, nella loro predicazione, le loro parole siano ponderate e caste, a utilità e a edificazione del popolo, annunciando ai fedeli i vizi e le virtù, la pena e la gloria con brevità di discorso, poiché il Signore sulla terra parlò con parole brevi.

10Dell'ammonizione e della correzione dei frati

I frati, che sono ministri e servi degli altri frati, visitino ed ammoniscano i loro frati e li correggano con umiltà e carità, non comandando ad essi niente che sia contro alla loro anima e alla nostra Regola. I frati, poi, che sono sudditi, si ricordino che per Dio hanno rinnegato la propria volontà. Perciò comando loro fermamente di obbedire ai loro ministri in tutte quelle cose che promisero al Signore di osservare e non sono contrarie all’anima e alla nostra Regola.

E dovunque vi siano dei frati che si rendono conto e riconoscano di non poter osservare spiritualmente la Regola, debbano e possono ricorrere ai loro ministri. I ministri, poi, li accolgano con carità e benevolenza e li trattino con tale familiarità che quelli possano parlare e fare con essi così come parlano e fanno i padroni con i loro servi; infatti, così deve essere, che i ministri siano i servi di tutti i frati.

Ammonisco, poi, ed esorto nel Signore Gesù Cristo, che si guardino i frati da ogni superbia, vana gloria, invidia, avarizia, cure o preoccupazioni di questo mondo, dalla detrazione e dalla mormorazione.

E coloro che non sanno di lettere, non si preoccupino di apprenderle, ma facciano attenzione che ciò che devono desiderare sopra ogni cosa è di avere lo Spirito del Signore e la sua santa operazione, di pregarlo sempre con cuore puro e di avere umiltà, pazienza nella persecuzione e nella infermità, e di amare quelli che ci perseguitano e ci riprendono e ci calunniano, poiché dice il Signore: Amate i vostri nemici e pregate per quelli che vi perseguitano e vi calunniano; beati quelli che sopportano persecuzione a causa della giustizia, poiché di essi è il regno dei cieli. E chi persevererà fino alla fine, questi sarà salvo.

11Che i frati non entrino nei monasteri delle monache

Comando fermamente a tutti i frati di non avere rapporti o conversazioni sospette con donne, e di non entrare in monasteri di monache, eccetto quelli ai quali è stata data dalla Sede Apostolica una speciale licenza. Né si facciano padrini di uomini o di donne affinché per questa occasione non sorga scandalo tra i frati o riguardo ai frati.

12Di coloro che vanno tra i saraceni e tra gli altri infedeli
Quei frati che, per divina ispirazione, vorranno andare tra i Saraceni e tra gli altri infedeli, ne chiedano il permesso ai loro ministri provinciali. I ministri poi non concedano a nessuno il permesso di andarvi se non a quelli che riterranno idonei ad essere mandati.

Inoltre, impongo per obbedienza ai ministri che chiedano al signor Papa uno dei cardinali della santa Chiesa romana, il quale sia governatore, protettore e correttore di questa fraternità, affinché, sempre sudditi e soggetti ai piedi della medesima santa Chiesa, stabili nella fede cattolica, osserviamo la povertà, l’umiltà e il santo Vangelo del Signore nostro Gesù Cristo, che abbiamo fermamente promesso.